METAFORA DELLA DISLESSIA
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI
DOPO LA NUBE IL SOLE
Corta di zampe Melly faticava
ad arrivar col gruppo nell'ovile,
ultima spesso e col fiatone in bocca
cadeva stanca appena lì ci entrava
Belava triste e si torcea dolente
nel suo cantuccio buio, sconsolata,
voleva e non poteva uscir dal guaio
di quelle sue zampette troppo lente.
Le pecore più anziane di quel gregge,
vantavano l'"esperienza" lì vissuta,
donavan scherno e ironico sorriso
alla piccina e le dettavan legge
Sol mamma Gigia le era di conforto,
intesa anche a mostrar che tal difetto
colpa non è, ma insana e vana impresa
il castigar l'immeritato torto.
Il can del gregge Pippo l'aiutava
con qualche spinta od abbaiar discreto,
senza infierir con modi più sgarbati
oltre la pena che già lei portava
Il pastor sì: paura le infliggeva
col suo vocione e col bastone in mano,
anche lui corto, ai piedi no ma in testa,
di far male altrui non s'accorgeva.
Un dì la bastonò, tardi arrivata
e mamma Gigia corsa in sua difesa
pur si buscò gli effetti di quell'ira
inutile, colpevole, insensata.
Per aiutarle, Pippo connivente
scavò sotto il recinto un grosso buco
per far uscir le due malcapitate,
in cerca di un ovile più accogliente.
Ma Gigia ricusò la via distorta:
gridando l'innocenza della figlia
mostrò le unghie e i denti e fè paura
a quel pastore indegno e alla sua scorta.
Poi trovò un sito ed un pastor più buono;
Melly imparò a correre più svelta,
il vello fu più folto ed il belato
tutti incantò col suo più dolce suono.
GRIMOLDI LODOVICO